Facebook Ads: non chiamatele “campagnette” [Video]

Crescono i tassi di utilizzo del web su scala mondiale: secondo il report Digital 2020 April Global Statshot di We are Social, rispetto ad aprile 2019 gli utenti internet nel mondo sono cresciuti del +7,1% (+301 milioni), così come gli utenti attivi sui social media: +8,7% (+304 milioni).

E in Italia? Il nostro paese conta in totale 49,48 milioni di utenti internet, dei quali 35 milioni attivi sui social, pari al 58% della popolazione totale. Tra gli utenti nella fascia d’età 16-64, Facebook è il secondo sito più visitato dopo Google e il terzo social più utilizzato dopo Youtube e Whatsapp.

Secondo il report, nello stivale la reach potenziale dell’advertising su Facebook è di 30 milioni di utenti, pari al +3% rispetto al quarter precedente, che ne registrava 29 milioni.

Il tempo medio trascorso dagli italiani sui social è di circa 1h57 minuti. Non è difficile da immaginare: al mattino appena svegli, mentre beviamo il caffè, nel tragitto in treno o metropolitana verso il lavoro, durante la pausa pranzo in ufficio, al rientro, alla sera sul divano. Molteplici momenti in cui siamo esposti a miriadi di contenuti, tra cui, ovviamente, gli annunci pubblicitari. 
I dati su base mensile del report di We are Social ci dicono che gli annunci su Facebook ricevono in media 25 clic al mese da parte di ciascun utente.

Clic mensili Facebook Ads per nazione

Gli utenti più sensibili all’advertising su Facebook sono quelli nella fascia d’età 35-64, in particolare le donne.

Clic mensili Facebook Ads per età e genere

Numeri importanti, che ci fanno ben capire come i social, e in particolare Facebook, costituiscano ancora un canale di comunicazione ideale per marketers e aziende che vogliono rivolgersi ad un’audience vasta ma selezionata. 

Nonostante la concorrenza di Instagram e di TikTok, che si presenta come il fenomeno disruptive del nuovo inizio decennio, il “vecchio” Facebook mantiene ancora un ruolo di tutto rispetto nelle strategie di adv di molte aziende B2C e B2B.Vale la pena quindi approfondire il ruolo della piattaforma native per la pubblicità su Facebook, e cioé Facebook Ads.

Perché investire su Facebook Ads

Se dovessimo elencare i principali motivi per cui vale la pena investire in Facebook, ci sono quattro aspetti che secondo noi meritano attenzione:

1. Accelera i risultati

Se hai una pagina aziendale, avrai sicuramente notato come la copertura organica dei post sia drammaticamente diminuita negli ultimi anni, per non dire azzerata. Un modo per obbligare le aziende a investire in pubblicità? Assolutamente sì, ma è un gioco che vale la candela se pensiamo ai numeri di poco fa. Facebook per le aziende non è Facebook ad uso privato: creare una pagina aziendale senza contemplare un piano di attività di sponsorizzazione a sostegno significa rassegnarsi, nella maggior parte dei casi, ad una copertura molto ridotta e, di conseguenza, a minore visibilità e opportunità di attrarre lead e clienti.

2. È più economico

Quanto costa uscire con una campagna pubblicitaria su stampa o TV, e quanto invece su Facebook? Non c’è paragone. Anche se i canali tradizionali non sono morti, fare pubblicità su Facebook richiede investimenti decisamente inferiori rispetto ai media tradizionali e alla portata anche di realtà medio/piccole, con il vantaggio di poter scegliere a chi mostrare i nostri annunci, grazie alle opportunità di segmentazione del pubblico che la piattaforma offre.

Ciò non significa che stampa, radio, TV e pubblicità OOH siano canali superati, l’approccio è sempre quello di valutare contenuti e contesti in ottica strategica, in funzione del nostro pubblico e della nostra azienda. Tuttavia, è innegabile che Facebook ci permetta di ottenere discreti risultati anche a fronte di budget non proprio a sei zeri.

3. Decisioni Data Driven

Un altro grande vantaggio del fare pubblicità su Facebook Ads è dato dai dati che la piattaforma ci mette a disposizione, come copertura e conversioni ottenute. Per ogni campagna attivata possiamo misurare i risultati e basarci sui dati a disposizione per prendere decisioni in merito ai passi da compiere. 

Una tattica molto utile è quella di testare diversi tipi di campagne, ad esempio cambiando copy, inviti all’azione e formati. Meglio un carosello o un’immagine a mosaico? Testo breve o più lungo? Saranno i dati provenienti dagli insights a dirci quale soluzione è la più performante e a darci una panoramica da cui partire per ottimizzare le nostre campagne o crearne di nuove.

4. Rischio contenuto

Una naturale conseguenza dei due punti precedenti è che il rischio di perdite ingenti a fronte di campagne fallimentari è molto più contenuto con Facebook Ads rispetto ad un media tradizionale. Siamo noi a decidere quanto, come e per quanto tempo investire il nostro budget su base giornaliera, e anche quando spegnere la campagna pubblicitaria; inoltre, le tempistiche di Facebook Ads ci permettono di capire in tempi relativamente brevi se la campagna sta portando risultati o se richiede delle migliorie. Potremo quindi fermare la campagna o rivedere la strategia in tempo utile per contenere gli sprechi e ottimizzare i risultati.

Facebook Ads e inbound marketing

Annunci a pagamento e metodologia inbound possono sembrare due concetti tra loro diversi, eppure, anche gli annunci a pagamento rientrano a pieno titolo tra gli strumenti a nostra disposizione per comunicare con il nostro pubblico e guidarlo nel percorso di conversione.

In quest’ottica, gli annunci su Facebook rientrano in una più ampia strategia composta da diversi touchpoint, attraverso i quali il nostro potenziale cliente viene a contatto con il nostro brand.

Per comprendere questo dobbiamo tenere a mente un concetto chiave del marketing e cioè:

Domanda latente Vs. Domanda consapevole

Parliamo di domanda latente quando l’utente non cerca attivamente l’acquisto, ma in qualche modo ha manifestato interesse verso determinati prodotti, servizi o argomenti.

Nella domanda consapevole, invece, l’utente ha chiaro cosa cerca e agisce attivamente per trovarlo.

Attività come la SEO e Google Ads (nel canale Search) ci aiutano a intercettare la domanda consapevole dell’utente, perché rispondono alle ricerche che gli utenti fanno consapevolmente sul motore di ricerca, solitamente attraverso ricerche di brand o prodotto. 

Al contrario, Facebook Ads (e i social in generale) è lo strumento perfetto per intercettare la domanda latente, quando l’utente si trova nella parte medio/alta di un ideale funnel di vendita: non è vicino alla conversione ma coltiva già un interesse potenziale verso il prodotto o il brand. Tutto quello che dobbiamo fare è fare in modo di renderci visibili con il nostro brand davanti ai suoi occhi, nel momento giusto e con il contenuto giusto.

Diversi touchpoint rispondono a diversi tipi di domanda

Per questo non è possibile escludere a priori un canale a favore di un altro. È una scelta che può essere fatta solo dopo aver analizzato attentamente le buyer persona e il loro buyer’s journey.

Potresti pensare che se utilizzi Facebook Ads non hai bisogno di fare SEO, ma che succede se, dopo aver visto un tuo annuncio, l’utente ti cerca in Google e non compari in prima pagina? Il rischio è che il prospect vada a cliccare su un link della concorrenza. 

Il consiglio è quindi di fare attenzione a chi ti propone risultati facili con delle “campagnette” su Facebook senza neanche prendersi il disturbo di valutare la tua azienda, il mercato di riferimento e il comportamento dei competitor, perché il rischio che corri è quello di perdere visibilità e contatti preziosi. 

Al contrario, un approccio come quello del metodo Digital Marketing Design che utilizziamo in Meta Line permette di sfruttare al meglio uno strumento come Facebook Ads, perché supportato da una strategia basata su un’analisi dei dati e dell’azienda nella sua interezza. 

Come usare Facebook Ads nel 2020

Mercoledì 29 aprile 2020 abbiamo dedicato uno speciale live webinar sull’argomento all’interno della pagina Facebook di Meta Line, in cui abbiamo parlato di:

  • Perché investire in Fb Ads conviene in questo periodo
  • Come strutturare un Customer Journey che trasformi i visitatori in clienti con FB
  • Casi studio reali da cui prendere spunto
  • Creatività performanti per ispirarti 
  • Live Q&A

Ecco il video integrale della diretta:

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Enrico Miceli

7 anni nel mondo dell'advertising tra Google Ads e Meta Ads (ma non solo: anche LinkedIn, Spotify, Bing), Enrico ha collaborato con multinazionali gestendo oltre 800.000€ all'anno in campagne pubblicitarie. Possiede una forte vocazione verso la lettura del dato e la web analytics perché crede fermamente che "data is king".