Google Core Update Maggio 2020: facciamo il punto

Lo scorso 4 maggio Google annunciava il secondo core update dell’anno al suo algoritmo, come sempre tramite il profilo Twitter Google SearchLiaison, curato da Danny Sullivan: 

Dopo averci spiazzati a inizio anno con il January Core Update, Big G scuote di nuovo il web con un altro aggiornamento globale al suo algoritmo. Il rollout si è concluso ufficialmente il 18 maggio, sempre secondo quanto comunicato dall’azienda di Mountain View:

Già dall’inizio è apparso evidente come l’impatto di questo update sia stato alquanto importante, al pari di quello avuto dal Medic Update dell’estate 2018.
Come possiamo vedere dal grafico qui sotto, l’Osservatorio SEOZoom ha registrato nei primi tre giorni dal lancio una grande volatilità delle SERP, con fluttuazioni rilevanti:

Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su Search Engine Journal pochi giorni dopo il lancio, pare che questo aggiornamento abbia interessato:

  • attività presenti nelle local search
  • siti relativi ai temi della salute
  • più lingue in contemporanea

Un nuovo stravolgimento delle SERP, che segue non solo il precedente update di Gennaio, ma anche lo scombussolamento portato dall’emergenza sanitaria, da qualcuno rinominato “Covid Update” tale è stato il suo effetto sulle SERP.

Non si esclude infatti che anche la situazione portata dall’emergenza Covid-19 abbia influito sugli effetti di questo aggiornamento. 

È innegabile che la pandemia abbia cambiato le abitudini degli utenti, e questo si è rispecchiato anche nelle ricerche online durante il periodo della quarantena. 

Basta solo ripensare a come, nel periodo dal 21 febbraio al 13 marzo, le ricerche per “spesa online” hanno superato nettamente quelle per la voce “supermercato”:

google trends ricerche per spesa online dal 21 febbraio al 13 marzo 2020

Leggi anche: Coronavirus e digitale: l’impatto dell’emergenza sanitaria sul marketing delle aziende

Google Core Update Maggio 2020: vincitori e vinti

A darci una panoramica dei settori maggiormente colpiti e di quelli che invece hanno tratto maggior beneficio, è SEMrush, che ha comparato la volatilità media delle SERP nei 7 giorni precedenti e nei 2 successivi all’annuncio dell’update.

Da questa comparazione risulta che i settori maggiormente colpiti sono stati: 

  • viaggi
  • immobiliare
  • salute
  • pet (animali domestici)
  • persone e società

Ad uscirne vincitori sono stati: 

Mentre i perdenti sono:

Per quanto riguarda il settore salute e benessere, abbiamo riscontrato anche su alcuni nostri progetti di settore gli effetti dell’aggiornamento. 

Osservando con SEOzoom, possiamo notare importanti variazioni nel posizionamento delle keyword proprio a seguito del 4 maggio:

Cliente 1 – Ecommerce Dispositivi Medici

Cliente 2 – Studio Medico

effetto google update maggio su settore professionisti medici

Cliente 3 – Portale sport e salute

Le critiche al core update di Maggio 2020

Questo è un aggiornamento che però si contraddistingue per aver suscitato un diffuso sentimento negativo. Il motivo? 

A seguito dell’update, a detta di molti sembra che i risultati delle SERP premino i grandi brand: diverse query di ricerca (soprattutto negli USA) danno come primi risultati social media come Pinterest, Facebook, Reddit, Quora, oltre a marketplace come Amazon, Ebay ed Etsy.

In un secondo articolo pubblicato su Search Engine Journal, si riflette in particolare sull’impennata avuta da Etsy, l’e-commerce di oggetti di artigianato e vintage: secondo l’autore, il portale appare spesso nelle SERP in risposta a query di ricerca relative a sembra che il portale per la vendita online di oggetti artigianali sia strettamente correlato alla parola chiave “handmade”, per l’appunto artigianale, fatto a mano. 

La risposta che l’autore si dà è che, essendo l’entità Etsy strettamente legata a parole chiave come “fatto a mano” e “artigianale”, esso risponda meglio alle ricerche degli utenti e venga quindi premiato proprio perché più rilevante rispetto ad altri siti.

Ricordiamo infatti che lo scopo primario degli update cosiddetti “broad”, quindi ad ampio spettro, non è quello di aiutare o contrastare determinate categorie di contenuti, ma quella di migliorare sempre più la capacità dell’algoritmo di comprendere le ricerche degli utenti e trovare le risposte più pertinenti. 

Lo abbiamo visto anche con l’implementazione di BERT, l’aggiornamento all’algoritmo di Google presentato a fine ottobre 2019 che basandosi sulle reti neurali per il riconoscimento del linguaggio naturale, aiuta il motore di ricerca a capire il contesto nel quale vengono utilizzate le parole.

Leggi anche: Novità Google: BERT | Cos’è e cosa cambierà per la SEO

Attenzione ai “thin content”

A parte la questione social e grandi brand, un punto interessante di questo aggiornamento è che sembra che ad averne risentito siano state principalmente pagine con thin content, ossia contenuti sottili, cioè articoli poco informativi e approfonditi, privi di valore per l’utente perché non rispondono al suo intento di ricerca. 

Certo, non sempre la lunghezza del contenuto è sinonimo di qualità, ma è chiaro che determinati argomenti, ad esempio quelli di natura più tecnica o specialistica, difficilmente si possono esaurire in un paio di paragrafi.

Se il nostro sito ha risentito degli effetti dell’update, è bene quindi riguardare con occhio critico i nostri contenuti e chiederci se, effettivamente, siano di qualità o possano essere migliorati per risultare più utili ai nostri utenti.

Cosa sapere sui core update

Come sempre, i core update all’algoritmo di Google non sono mirati ad uno specifico settore industriale o tipologia di business; come per il Medic Update del 2018, può capitare che ci sia una determinata categoria che risente di più dell’update, ma ciò non significa che l’obiettivo di Google fosse colpire quella categoria.

Allo stesso modo, non ci sono tipologie di siti che vengono più premiate rispetto ad altre, perché Google premia chi meglio risponde agli intenti di ricerca degli utenti. La qualità di una pagina è data quindi dalla sua rilevanza rispetto agli intenti di ricerca, e non dalla qualità del sito in sé. 

Se il tuo sito ha risentito dei recenti update, non significa che ci sia qualcosa che non va, ma semplicemente che l’algoritmo stabilisce la qualità delle pagine web secondo nuovi criteri che differiscono dai precedenti. 

Vuoi saperne di più sui core update di Google?
Leggi anche: Google January 2020 Core Update: due mesi dopo

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Marco Ronco

Marco è SEO & Digital Marketing Specialist Senior presso Meta Line. Si occupa di concretizzare le attività di ottimizzazione per i motori di ricerca facendo capo alla strategia di Digital Marketing Design.